giovedì 6 marzo 2008

"Non è un paese per vecchi" di Ethan e Joel Coen

Il cacciatore sullo schermo punta il fucile e prende la mira, poi si gira infastidito.
Non saprò mai se a distrarlo è stata quella nuvola improvvisamente spostatasi davanti al sole oppure quell'idiota giù in sala che finge di non capire che il film è iniziato da cinque minuti.
Intorno a Llewelyn Moss c'è il benefico silenzio del deserto, del vecchio West, della frontiera. O almeno ciò che ne resta nei primi anni ottanta del secolo scorso.
Ma il silenzio sta per finire, anzi è già finito, anzi se ascolti bene riesci ancora a sentire l'eco di quegli spari che prima cambieranno la tua vita e poi rimbalzeranno così a lungo e così lontano da ucciderti.
Il vecchio West non regge il confronto con la violenza del nuovo e lo sceriffo Bell se ne duole, non perché tema la morte ma perché proprio non comprende cosa c'è di attraente in una folle corsa verso il male, con il male, per il male.
Metafora della società americana? Troppo facile e comunque il merito va prima a Cormac McCarthy e poi agli sceneggiatori giustamente premiati (sempre loro, sempre i Coen).
Il sogno infranto statunitense a sua volta metafora del nostro stile di vita? Questa domanda già m'intriga di più, forse perché penso di conoscere la risposta.
Allora assegno i compiti per casa.
Prendete una società che sostanzialmente sopravvive a se stessa, moltiplicatela con un po' di (lucida) follia e verificate se il prodotto finale cambia in modo significativo.
Se trovate la soluzione - forse - scoprirete che - purtroppo - non cambia molto o non cambia affatto!
Miglior film dell'anno? Lo zio Oscar poteva anche andare in visita a qualcun altro ma questo resta un gran bel film.
Migliore regia? Hanno fatto di meglio i due fratelli di Minneapolis e se non ci credete noleggiatevi "Fargo" (1996), "Il grande Lebowsky" (1998) oppure "Fratello, dove sei?" (2000).
Migliore attore non protagonista? Per favore, per favore, per favore, non entrate mai in ascensore con Javier Bardem perché se lo vedrete giocare con una moneta quello potrebbe diventare il vostro ultimo ricordo!
Parafrasando l'anziano sceriffo, quando la gente non riesce a spegnere il cellulare neppure per due ore al cinema, la fine è vicina...


[Se a qualcuno interessa, sono tornato. E spero di non andare più via così a lungo.]