Uno strano inverno
È l'alba. C'è ancora un po' di foschia mentre la striscia rossastra dell'orizzonte si alza velocemente. Dovrebbe far freddo ed io sentirmi intirizzito ma è uno strano inverno, fatto di belle giornate e grandi sogni. Come se fosse primavera.
La nebbia del mattino è ormai rada e in lontananza riesco a scorgere i contorni dell'unico castello della vallata. Sarà un'altra giornata di sole, penso mentre rientro in casa e chiudo la porta finestra alle mie spalle.
Sorrido senza un motivo apparente e subito il pensiero di te riprende saldo il suo posto, al centro esatto del mio essere.
La nebbia del mattino è ormai rada e in lontananza riesco a scorgere i contorni dell'unico castello della vallata. Sarà un'altra giornata di sole, penso mentre rientro in casa e chiudo la porta finestra alle mie spalle.
Sorrido senza un motivo apparente e subito il pensiero di te riprende saldo il suo posto, al centro esatto del mio essere.
Neppure mi ricordo l'ultima volta che ti ho dimenticata.
Non saprei più dire del mio ultimo risveglio senza te, dell'ultima cosa fatta senza avere in mente i tuoi occhi scuri o il tuo sorriso chiaro.
Ho bisogno di un caffè per lasciarmi alle spalle il torpore di poche ore di sonno. Riempio con cura il filtro cercando di non spargere la polvere tostata ma perdo; ripulisco il piano e penso che se ci fossi stata tu avresti riso della mia maldestra pignoleria e, tutto sommato, avresti avuto ragione.
Ho bisogno di un caffè per lasciarmi alle spalle il torpore di poche ore di sonno. Riempio con cura il filtro cercando di non spargere la polvere tostata ma perdo; ripulisco il piano e penso che se ci fossi stata tu avresti riso della mia maldestra pignoleria e, tutto sommato, avresti avuto ragione.
Ma tu non ci sei e l'alba non è esattamente la tua ora preferita.
[continua... forse]
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