Ti ricordi di me? - cinque
Per un attimo non so come replicare e lascio che le tue parole trovino un loro posto nell’aria della stanza, come fossero frammenti da incastrare da qualche parte tra di noi.
Ho la gola secca e bevo un sorso di vino per necessità più che per desiderio. Attraverso il bicchiere vedo la tua immagine leggermente distorta ed è come se ti guardassi per la prima volta da quando sei entrata.
Indossi un abito nero di maglina con uno scollo tondo ed un motivo a piccoli graffiti bianchi che non riesco a indovinare; ricordo questo vestito che disegna ogni centimetro del tuo corpo e, arrendendomi all’evidenza, posso solo ammettere che sei bellissima.
Sarà per contrappunto a questa mia rinnovata debolezza che sento le parole uscirmi dalla bocca come un taglio di rasoio.
«Non ti capisco Anna, non ti credo! Hai sempre fatto girare il mondo a tuo piacere ed ora ti aspetti che mi faccia bastare questa risposta?»
«Ma è la verità, credevo di poter fare a meno dei sentimenti.»
«Credevi di poterne fare a meno con me! Lui dov’è?» Mentre te lo chiedo impazzisco al pensiero che qualcun altro possa aver avuto ciò che a me è stato sempre negato.
«Non c’è nessun lui», ma stai mentendo.
«Non più almeno» e questa già assomiglia ad una mezza verità.
«Che è successo, hai modificato il tuo progetto di vita? Oppure l’ha cambiato lui? Ammesso che ne abbia mai avuto uno che comprendesse anche te!»
Hai ripreso a fissarmi in silenzio e questa volta il tuo sguardo è freddo ed incolore. Forse ho esagerato ma più che altro la mia è stata una perfidia inutile perché tanto non saprò mai la verità.
«Io sono venuta qui, ci sto provando. Dammi tregua.»
«Stai provando a far cosa?»
«Non lo so. Mi sembra sia rimasto un nodo da qualche parte alle mie spalle. Vorrei capire se devo stringerlo o scioglierlo per sempre.»
Taccio ma per come mi sento anche la metafora di qualcosa di indefinito che ci lega mi sembra un tormento cui non mi è possibile rinunciare.
«Stavo cercando… sto cercando di fare pulizia nella mia vita e ci sei andato di mezzo anche tu.»
«Sapere che non ce l’avevi con me personalmente mi fa sentire meglio». Battuta fiacca lo so, stasera invece il pubblico è esigente.
«Anche tu hai fatto le tue scelte e…»
«Certo ma…», la replica non mi riesce e forse è meglio così.
«Aspetta, fammi finire. Anche tu hai commesso errori o, comunque, preso decisioni discutibili. Ora hai scelto la parte della vittima solo perché è più comodo così.»
In realtà entrambi abbiamo usato tutti i ruoli disponibili e lo abbiamo fatto credendo di essere tanto bravi dal non farci male nei vari cambi d’abito che la vita ci ha richiesto.
Non mi sento una vittima se non di me stesso ma i fatti hanno ampiamente dimostrato quale attore incapace io sia.
«Anna dovevi solo dirmi che mi amavi oppure che non era così. Niente più di questo. Qualunque cosa avessi detto sarebbe stata comunque un punto di partenza, in una direzione o nell’altra.»
Non so neppure perché ti sto raccontando pensieri incontrati nel buio di molte notti insonni.
«Qualunque cosa sarebbe stata meglio di saluti frettolosi, messaggi scarabocchiati sulla tastiera di un annoiato cellulare o interminabili silenzi.»
Davvero non so dove ho trovato l’energia per arrivare fin qui ma ormai stiamo raggiungendo il capolinea.
«Invece così hai finito col negarmi tutto. Amore, amicizia, tutto!»
«La verità è che abbiamo perso tempo e il tempo alla fine si è vendicato». Te lo concedo, almeno su una cosa siamo d’accordo. Ma c’è dell’altro e tanto vale che te lo dica.
«La verità è che ti sei lasciata governare dall’orgoglio con la stessa stupidità con cui un uomo si fa comandare dal suo uccello.»
«Non ricordavo quanto fossi…»
«Per le decisioni che ho preso sono colpevole io e non l’ho mai negato; per quelle che non ho preso la responsabilità invece è tua. Anche se non vorrai ammetterlo mai!»
«…stronzo.».
«Ed io quanto fossi infida e… bella.»
«Hai parlato sempre al passato, non sei più innamorato di me?»
«Anna…», la mia espressione, per quanto sorpresa, deve essere abbastanza eloquente.
«…vaffanculo. Si, hai ragione, me lo sono cercato.»
Ma stai sorridendo e nonostante tutto lo sto facendo anch’io.
E il mio sorriso si congela nell’istante in cui ti avvicini così tanto che riesco a sentire l’odore della tua pelle.
Ti guardo mentre tu mi guardi e nei tuoi occhi posso sempre e solo perdermi; prima di smarrire la strada ho bisogno di chiedertelo ancora: «Che cosa provi per me?»
La tua risposta, perfetta eppure inutile, è un bacio.
La tua bocca trova la mia giusto in tempo per rubarle le parole.
Come se avessero memoria le labbra da sole sanno dove andare e cosa fare, come se riconoscessero ciò che è stato in ciò che ancora è.
I nostri baci semplicemente sono eterni.
Le mani si cercano e le dita si incrociano senza richiudersi le une sulle altre; i palmi si distendono a liberare una tensione non esprimibile altrimenti. Il nostro modo di toccarci, indelebile come un tatuaggio.
Non so quello che provi e mi aggrappo ad un presente ambiguo per la paura di saperlo o col timore di non scoprirlo più.
Intanto respiro il tuo respiro e mi convinco che baciarti sia la risposta ad un milione di domande.
Ho la gola secca e bevo un sorso di vino per necessità più che per desiderio. Attraverso il bicchiere vedo la tua immagine leggermente distorta ed è come se ti guardassi per la prima volta da quando sei entrata.
Indossi un abito nero di maglina con uno scollo tondo ed un motivo a piccoli graffiti bianchi che non riesco a indovinare; ricordo questo vestito che disegna ogni centimetro del tuo corpo e, arrendendomi all’evidenza, posso solo ammettere che sei bellissima.
Sarà per contrappunto a questa mia rinnovata debolezza che sento le parole uscirmi dalla bocca come un taglio di rasoio.
«Non ti capisco Anna, non ti credo! Hai sempre fatto girare il mondo a tuo piacere ed ora ti aspetti che mi faccia bastare questa risposta?»
«Ma è la verità, credevo di poter fare a meno dei sentimenti.»
«Credevi di poterne fare a meno con me! Lui dov’è?» Mentre te lo chiedo impazzisco al pensiero che qualcun altro possa aver avuto ciò che a me è stato sempre negato.
«Non c’è nessun lui», ma stai mentendo.
«Non più almeno» e questa già assomiglia ad una mezza verità.
«Che è successo, hai modificato il tuo progetto di vita? Oppure l’ha cambiato lui? Ammesso che ne abbia mai avuto uno che comprendesse anche te!»
Hai ripreso a fissarmi in silenzio e questa volta il tuo sguardo è freddo ed incolore. Forse ho esagerato ma più che altro la mia è stata una perfidia inutile perché tanto non saprò mai la verità.
«Io sono venuta qui, ci sto provando. Dammi tregua.»
«Stai provando a far cosa?»
«Non lo so. Mi sembra sia rimasto un nodo da qualche parte alle mie spalle. Vorrei capire se devo stringerlo o scioglierlo per sempre.»
Taccio ma per come mi sento anche la metafora di qualcosa di indefinito che ci lega mi sembra un tormento cui non mi è possibile rinunciare.
«Stavo cercando… sto cercando di fare pulizia nella mia vita e ci sei andato di mezzo anche tu.»
«Sapere che non ce l’avevi con me personalmente mi fa sentire meglio». Battuta fiacca lo so, stasera invece il pubblico è esigente.
«Anche tu hai fatto le tue scelte e…»
«Certo ma…», la replica non mi riesce e forse è meglio così.
«Aspetta, fammi finire. Anche tu hai commesso errori o, comunque, preso decisioni discutibili. Ora hai scelto la parte della vittima solo perché è più comodo così.»
In realtà entrambi abbiamo usato tutti i ruoli disponibili e lo abbiamo fatto credendo di essere tanto bravi dal non farci male nei vari cambi d’abito che la vita ci ha richiesto.
Non mi sento una vittima se non di me stesso ma i fatti hanno ampiamente dimostrato quale attore incapace io sia.
«Anna dovevi solo dirmi che mi amavi oppure che non era così. Niente più di questo. Qualunque cosa avessi detto sarebbe stata comunque un punto di partenza, in una direzione o nell’altra.»
Non so neppure perché ti sto raccontando pensieri incontrati nel buio di molte notti insonni.
«Qualunque cosa sarebbe stata meglio di saluti frettolosi, messaggi scarabocchiati sulla tastiera di un annoiato cellulare o interminabili silenzi.»
Davvero non so dove ho trovato l’energia per arrivare fin qui ma ormai stiamo raggiungendo il capolinea.
«Invece così hai finito col negarmi tutto. Amore, amicizia, tutto!»
«La verità è che abbiamo perso tempo e il tempo alla fine si è vendicato». Te lo concedo, almeno su una cosa siamo d’accordo. Ma c’è dell’altro e tanto vale che te lo dica.
«La verità è che ti sei lasciata governare dall’orgoglio con la stessa stupidità con cui un uomo si fa comandare dal suo uccello.»
«Non ricordavo quanto fossi…»
«Per le decisioni che ho preso sono colpevole io e non l’ho mai negato; per quelle che non ho preso la responsabilità invece è tua. Anche se non vorrai ammetterlo mai!»
«…stronzo.».
«Ed io quanto fossi infida e… bella.»
«Hai parlato sempre al passato, non sei più innamorato di me?»
«Anna…», la mia espressione, per quanto sorpresa, deve essere abbastanza eloquente.
«…vaffanculo. Si, hai ragione, me lo sono cercato.»
Ma stai sorridendo e nonostante tutto lo sto facendo anch’io.
E il mio sorriso si congela nell’istante in cui ti avvicini così tanto che riesco a sentire l’odore della tua pelle.
Ti guardo mentre tu mi guardi e nei tuoi occhi posso sempre e solo perdermi; prima di smarrire la strada ho bisogno di chiedertelo ancora: «Che cosa provi per me?»
La tua risposta, perfetta eppure inutile, è un bacio.
La tua bocca trova la mia giusto in tempo per rubarle le parole.
Come se avessero memoria le labbra da sole sanno dove andare e cosa fare, come se riconoscessero ciò che è stato in ciò che ancora è.
I nostri baci semplicemente sono eterni.
Le mani si cercano e le dita si incrociano senza richiudersi le une sulle altre; i palmi si distendono a liberare una tensione non esprimibile altrimenti. Il nostro modo di toccarci, indelebile come un tatuaggio.
Non so quello che provi e mi aggrappo ad un presente ambiguo per la paura di saperlo o col timore di non scoprirlo più.
Intanto respiro il tuo respiro e mi convinco che baciarti sia la risposta ad un milione di domande.
sono unacretina
RispondiEliminaa leggere questa cosa sentendo l'ultimo della mannoia mi sono venute le lacrime agli occhi..
devo agiungere altro???
mi è piaciuto di più l'altro, lettere del silenzio.
RispondiEliminaquesto mi ha lasciato un po' così, specie il finale.
alexia
ma perchè la mannoia ha fatto un disco nuovo?
RispondiEliminabravo pf
E che disco...! Sentitelo è fantastico. PS. PF sei una conferma: BRAVO!
RispondiEliminabel racconto, bella scoperta questo blog
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